In questo post ti spiego cosa è possibile fare quando si hanno dei debiti e si subisce il pignoramento dello stipendio o della pensione
Più in particolare, cercherò di spiegarti come sia possibile utilizzare la procedura di "Liquidazione controllata", che è una specifica procedura prevista dal DLgs 14/2019, per cancellare i debiti ed estinguere i pignoramenti in corso.
Se sei interessato a questo argomento continua a leggere questo post!
INDICE DI TRATTAZIONE
1. Premesse
In questo post ti spiego, con due esempi concreti, come utilizzare la procedura di "Liquidazione controllata" per consentire ad una persona fortemente indebitata di estinguere i pignoramenti che ha subito (pignoramento stipendio e pignoramento pensione) e cancellare la sua esposizione debitoria.
Tanto per capirsi la procedura di “Liquidazione controllata” è uno dei procedimenti previsti dal Dlgs 14/2019 per risolvere le situazioni di sovraindebitamento e cioè di eccessivo indebitamento.
2. Cancellare il pignoramento dello stipendio e dell'auto nonché i debiti con la liquidazione controllata (primo esempio)
Ecco il primo esempio tratto da un caso concreto.
Mario, nome di fantasia, è proprietario soltanto di un’autovettura, che gli è stata pignorata ed è in corso il procedimento esecutivo, e non ha nient’altro se non il suo stipendio pari a € 2.800 mensili.
Mario, però, ha anche subito il pignoramento del suo stipendio.
Inoltre, ha debiti per € 300.000 derivanti da garanzie che aveva prestato in favore della società di cui era socio.
Il suo patrimonio, composto soltanto dal suo stipendio (parzialmente pignorato) e dall’autovettura (anch'essa pignorata) è assolutamente insufficiente per far fronte all’esposizione debitoria; ricorre cioè il presupposto del sovraindebitamento che consente a Mario di poter accedere alla procedura di liquidazione controllata.
Con questa procedura nella sostanza Mario si rivolge al tribunale affinché nomini un liquidatore con il compito di liquidare (cioè vendere) tutto il suo patrimonio e con il ricavato e nei limiti di questo pagarci i debiti.
Intanto, l’attivazione della procedura ha subito un effetto pratico: interrompe sin da subito il pignoramento dello stipendio (di modo che il creditore cessa di beneficiare della trattenuta sullo stipendio) ed anche il pignoramento dell'auto di Mario.
Il patrimonio di Mario è sostanzialmente costituito, oltreché dalla vettura, soltanto dal suo reddito di lavoratore dipendente.
Nel concetto di liquidazione dei beni del debitore la giurisprudenza ricomprende anche l’apprensione dei redditi e delle pensioni del debitore che devono essere messe a disposizione dei creditori.
Sotto questo aspetto si pongono un paio di interrogativi.
Il primo, per quanto tempo Mario dovrà mettere a disposizione dei suoi creditori il suo stipendio?
La giurisprudenza ha chiarito che ciò può avvenire per un periodo massimo di tre anni da quando la procedura di liquidazione controllata è stata attivata.
La seconda domanda è: Mario deve mettere a disposizione dei creditori tutto il suo reddito mensile o soltanto una parte?
La legge prevede espressamente che sia escluso dalla liquidazione ciò che il debitore guadagna con la sua attività nei limiti, indicati dal giudice, di quanto occorre al mantenimento suo e della sua famiglia; e questo è un aspetto molto importante perché la legge garantisce che al debitore resti di che vivere (alloggio, vitto, spese istruzione, sanitarie, asili, ecc..).
Nel caso di specie Mario:
mantiene due figli maggiorenni per i quali la sentenza di divorzio prevede l’erogazione di € 500 mensili;
mantiene un ulteriore figlio minorenne avuto dalla nuova compagna;
abita con l’anziana mamma contribuendo alle spese di casa.
In questa situazione il Tribunale ha ritenuto che l’importo ragionevole, contemperato con i diritti dei creditori, determinabile per la soddisfazione dei bisogno del debitore e della famiglia, sia pari ad € 2.100 mensili (di cui € 500 per i due figli maggiorenni, € 200 per il minore, € 300 per la contribuzione alle spese della casa della sua mamma e € 600 per spese personali).
Il Tribunale ha quindi consentito a Mario di accedere a questa procedura escludendo dalla liquidazione il suo reddito fino all’importo mensile di € 2.100 con obbligo di versare al liquidatore la differenza per tre anni.
Considerando che il suo reddito mensile è pari a € 2.800, Mario metterà a disposizione del liquidatore nell’arco di tre anni una somma pari ad € 25.200 (=700x12x3) oltre al ricavato di € 3.000 della vendita dell’autovettura per un totale di € 28.200; importo che verrà impiegato dal liquidatore per pagare i debiti.
E cosa succede poi?
Succede la cosa più interessante. Decorsi tre anni dall’inizio della procedura di liquidazione controllata Mario verrà esdebitato e cioè, non soltanto verrà definitivamente meno il pignoramento dello stipendio e dell'auto, non soltanto tornerà a percepire il suo intero reddito da lavoro dipendente, ma verrà anche interamente liberato dai debiti residui che non è stato possibile pagare nell’arco del triennio. Nella sostanza pagando € 28.200 si è liberato da debiti per complessivi € 300.000.
3. Cancellare il pignoramento della pensione e dei debiti con la liquidazione controllata (secondo esempio)
Ecco il secondo esempio.
Mario e Giovanna, sempre nomi di fantasia, sono sposati ed hanno una situazione debitoria complessa.
Lui:
è gravato da debiti (in parte in comune con la moglie) verso banche, istituti finanziari, Erario ed Enti Pubblici per complessivi Euro 125.000;
è proprietario solo di una autovettura immatricolata nel 2007 (e quindi di nullo valore);
ha una pensione di € 2.600,00 mensili che è stata oggetto di pignoramento.
Lei:
è gravata da debiti (in parte in comune con il marito) per € 25.000
ha un reddito di € 800,00.
E' chiaro quindi che i due coniugi non sono in grado di far fronte ai debiti di cui sono gravati e versano quindi in una condizione di cd sovraindebitamento che consente l’accesso alla procedura di liquidazione controllata.
Con l’accesso alla procedura di liquidazione controllata si verifica sempre il primo e più importante effetto e cioè si interrompe sin da subito il pignoramento della pensione.
In questo caso il tribunale accerta poi che le spese per il mantenimento del nucleo familiare sono pari ad € 2.300 da imputarsi quanto ad € 1.800 al reddito da pensione del marito e quanto ad € 500 dal reddito della moglie; i 2.300 € (=€ 1.800+€500) sono nella sostanza la quota del reddito comune ai due coniugi che è escluso dalla procedura di liquidazione controllata.
Conseguentemente, poiché il reddito mensile complessivo dei due coniugi è pari ad € 3.400 soltanto l’importo mensile di € 1.100 (=3.400-2.300) può essere messo a disposizione del liquidatore per la durata di tre anni al fine di pagare i creditori.
In pratica Mario e Giovanna metteranno a disposizione del Liquidatore la somma complessiva di € 39.600 (1.100x12x3) con la quale verranno pagati i creditori.
Anche in questo caso decorsi i tre anni Mario e Giovanna dopo aver pagato tale somma, non soltanto torneranno a percepire i rispettivi loro redditi per l’intero, senza più decurtazioni essendo venuto meno il pignoramento della pensione, ma saranno esdebitati e cioè saranno integralmente liberati dai debiti residui; nella sostanza pagando l'importo di € 39.600 saranno liberati da tutti i loro debiti che ammontavano ad € 110.400.
4. Conclusioni
Come vedi la procedura di Liquidazione controllata è molto interessante e consente di liberarsi non solo dal pignoramento dello stipendio o dal pignoramento della pensione, ma anche e soprattutto dai debiti che li hanno determinati.
Per accedere a questa procedura condizione essenziale è l’esistenza di un patrimonio, anche se è costituito soltanto dallo stipendio o dalla pensione del debitore, che sia in grado di garantire un minimo di soddisfazione delle ragioni dei creditori.
Come sempre spero che questo post ti sia stato d’aiuto e di averti fornito qualche parametro concreto che possa agevolarti nel compiere le tue valutazioni.
Avv. Alberto Bindi
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