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Prescrizione intimazione di pagamento: quando il debito scade

  • Immagine del redattore: Avv. Alberto Bindi
    Avv. Alberto Bindi
  • 13 mag
  • Tempo di lettura: 8 min

Aggiornamento: 2 giorni fa

Prescrizione intimazione di pagamento: guida definitiva per cancellare i debiti fiscali dopo le sentenze della Cassazione del 2025.


Aggiornato al 10/12/2025


Hai ricevuto una Intimazione di pagamento. Leggi cifre che spaventano, minacce di pignoramento e senti l'ansia salire. Capisco perfettamente la tua preoccupazione; è una reazione normale. Ti invito però a fermarti un attimo. Spesso, infatti, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione arriva tardi e quel debito potrebbe essere ormai scaduto grazie alla prescrizione intimazione pagamento.

Sono un avvocato tributarista (Chi sono) ho assistito clienti alle prese con atti dell'Agenzia delle Entrate e/o dell'Agente della Riscossione - non solo a Firenze dove ho lo studio ma in tutta Italia (leggi se vuoi i casi giudiziari di cui mi sono occupato oppure segui/guarda/ascolta i ns. Blogvideo e podcast) - e ho maturato molta esperienza al riguardo.

Nel mio studio vedo spesso atti che sembrano inattaccabili ma che, dopo un'analisi approfondita, rivelano vizi legati ai tempi di notifica. La giurisprudenza del 2024 e del 2025 ha cambiato le carte in tavola, specialmente riguardo alle sospensioni COVID. In questo articolo ti guiderò passo dopo passo per capire se il tuo debito è prescritto e come difenderti.


INDICE



1. Cos'è l'intimazione di pagamento?

L'intimazione di pagamento non è una cartella di pagamento, ma l'atto che preannuncia l'esecuzione forzata se è passato più di un anno dalla notifica della cartella o dell'avviso di accertamento esecutivo.

La legge definisce questo atto all'art. 50, comma 2, del DPR n. 602/1973. È un passaggio obbligatorio: l'Agente della Riscossione non può pignorare subito se è trascorso un anno dalla cartella (o dall'avviso di accertamento); deve prima notificarti questo avviso, intimandoti di pagare entro 5 giorni.

L'intimazione ha due funzioni essenziali:

  1. avvertimento, i segnala che l'espropriazione sta per iniziare;

  2. aggiornamento, ricalcola il debito aggiungendo gli interessi di mora.

Attenzione alla scadenza dell'atto: ai sensi dell'art. 50, comma 3, del DPR n. 602/1973, l'intimazione perde efficacia se l'espropriazione non inizia entro un anno dalla notifica. Se passa l'anno, dovranno inviartene un'altra.

Per approfondire la natura di questo atto, leggi la mia guida completa: Intimazione di pagamento: La guida completa per difendersi (2025).

Nota Bene: L'intimazione è un atto recettizio che interrompe la prescrizione (art. 2943 c.c.). Tuttavia, se arriva quando il termine è già scaduto, non "resuscita" il credito: il debito rimane estinto, ma devi essere tu a farlo valere davanti al giudice.


2. Quando inizia a decorrere la prescrizione?

La prescrizione decorre dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere, solitamente 60 giorni dopo la notifica della cartella esattoriale (o dell'avviso di accertamento esecutivo) non pagata.

La prescrizione è l'estinzione del diritto per inerzia del titolare, come stabilito dall'art. 2934 c.c.. Se l'Agenzia delle Entrate Riscossione "dorme" e non richiede il pagamento nei tempi previsti dalla legge, perde il diritto di riscuotere.

Esempio Pratico: ricevi una cartella IRPEF il 1° febbraio 2010 e non paghi; la prescrizione inizia a correre da aprile 2010; se l'Agenzia ti invia un'intimazione di pagamento il 1° giugno 2021, senza altri atti nel mezzo, sono passati più di 10 anni; il debito è prescritto e l'intimazione è illegittima.


3. Quali sono i termini di prescrizione per i diversi tributi?

Non esiste un termine unico: i tributi erariali si prescrivono in 10 anni, quelli locali e previdenziali in 5 anni, il bollo auto in 3 anni. 

Nella mia esperienza professionale, l'errore più comune è trattare tutti i debiti allo stesso modo. La giurisprudenza distingue nettamente in base alla natura del tributo. Ecco una tabella riepilogativa per fare chiarezza immediata:

Tipologia di Debito

Tributi Esempio

Termine Prescrizione

Riferimento Normativo/Giurisprudenziale

Tributi Erariali

IRPEF, IRES, IVA, IRAP

10 Anni

Art. 2946 c.c.; Cass. n. 32308/2019, n. 33213/2023

Tributi Locali

IMU, TARI, TOSAP

5 Anni

Art. 2948 n. 4 c.c.; Cass. n. 17234/2023

Contributi

INPS, INAIL

5 Anni

Tassa Auto

Bollo Auto

3 Anni

Sanzioni

Tutte

5 Anni

Art. 20 D.Lgs. n. 472/1997

Per i tributi statali non si applica la prescrizione breve perché non sono considerati "prestazioni periodiche", poiché ogni anno d'imposta è autonomo. Al contrario, i tributi locali e i contributi seguono la prescrizione quinquennale.

Se vuoi sapere se i debiti portati dall'intimazione che ti è stata notificata sono prescritti, richiedici una preanalisi della tua specifica situazione cliccando sul link.


4. La prescrizione diventa sempre di 10 anni se non pago la cartella?

No, la mancata impugnazione della cartella non trasforma la prescrizione breve (5 anni) in ordinaria (10 anni). 

È un "mito" duro a morire, ma le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 23397 del 17/11/2016) hanno chiarito definitivamente la questione. La cartella esattoriale è un atto amministrativo, non una sentenza; pertanto, non si applica l'art. 2953 c.c. (actio iudicati) che allungherebbe i termini.

Questo principio è stato confermato anche nel 2024 dalla Cass. 5/8/2024, n. 22108.

Se ricevi un'intimazione per contributi INPS prescritti in 5 anni, il fatto che tu non abbia impugnato la cartella originale non estende il termine a 10 anni. Il debito è prescritto.


5. Sanzioni e interessi hanno termini diversi dal capitale?

Sì, sanzioni e interessi si prescrivono sempre in 5 anni, anche se il tributo principale ha una prescrizione decennale. 

Questo è un punto cruciale per ridurre il debito.

  • Sanzioni: l'art. 20, comma 3, del D.Lgs. n. 472/1997 è chiaro, il diritto alla riscossione della sanzione si prescrive in 5 anni; la Cass. 14/12/2023, n. 35015 e la Cass. 16/9/2024, n. 24721 confermano che la sanzione ha vita autonoma e muore prima del capitale (es. IRPEF);

  • interessi: maturando periodicamente, si applica l'art. 2948, n. 4, c.c. con conseguente prescrizione in 5 anni; come ribadito dalla Cass. 13/05/2023, n. 13781.

Vuoi risparmiare? Anche se devi pagare l'IVA o l'IRPEF (10 anni), potresti non dover pagare le sanzioni e gli interessi vecchi se sono passati più di 5 anni; e le sanzioni e gli interessi sui debiti più vecchi possono essere pari al 50% del debito complessivo. Richiedici una pre-analisi cliccando su questo link.


6. Come incide la sospensione COVID sui termini?

La normativa COVID ha introdotto una sospensione di 542 giorni, ma le sentenze del 2025 sono divise sul metodo di calcolo, creando situazioni di rischio. 

L'art. 68 del D.L. n. 18/2020 ha sospeso i versamenti dall'8 marzo 2020 al 31 agosto 2021 (542 giorni, anche se in realtà i giorni di sospensione sarebbero meno). Tuttavia, nei tribunali si scontrano due teorie opposte:

  1. teoria dello "Spostamento in avanti" (pericolosa): i 542 giorni si sommano sempre alla scadenza, spostandola in avanti; questa tesi è sostenuta dalla Cass. 15/01/2025, n. 960 e dalla Corte di Giustizia Tributaria del Lazio (sent. 121/2025);

  2. teoria della "Scadenza nell'anno" (favorevole): la proroga vale solo se la prescrizione scadeva proprio nel 2020 o 2021; se scadeva dopo (es. 2022), non c'è proroga; questa tesi è difesa dalla Corte di Giustizia Tributaria di I grado di Prato (sent. 133/2025).

Inoltre, per i carichi affidati tra l'8 marzo 2020 e il 31 dicembre 2021, c'è una proroga automatica di 24 mesi che, secondo la CGT Lombardia (sent. 2065/2024), non si cumula con i 542 giorni.

E la questione, in realtà, è ancora molto più complessa di così. La verità è che ad oggi nessuno sa con precisione di quanto la prescrizione debba essere sospesa a causa della normativa COVID. Ogni caso è a se stante e va esaminato con molta attenzione.


7. Quali altre cause sospendono la prescrizione?

Oltre al COVID, la prescrizione si sospende con la domanda di rateizzazione, il ricorso giudiziario o l'adesione alla rottamazione. 

Per calcolare correttamente la data di scadenza, devi considerare:

  • domanda di rateizzazione: sospende la prescrizione dalla domanda fino al pagamento dell'ultima rata (art. 19 DPR n. 602/73);

  • ricorso giudiziario: il termine si ferma fino al passaggio in giudicato della sentenza (art. 2945 c.c.);

  • rottamazione dei ruoli: la presentazione della domanda sospende i termini di prescrizione e decadenza;

  • sospensione "ex lege" 2014: per i ruoli affidati all'Agente della Riscossione entro il 15 ottobre 2013, la Legge n. 147/2013 ha sospeso la prescrizione per 166 giorni.


8. Quali atti interrompono la prescrizione?

Solo gli atti formali recettizi (intimazione, pignoramento) o il riconoscimento del debito interrompono la prescrizione; l'estratto di ruolo no. 

L'Agente della Riscossione può azzerare il conteggio del tempo (art. 2943 c.c.) solo con atti validi.

  • Interrompono:

    • intimazione di pagamento;

    • pignoramento;

    • preavviso di fermo o Ipoteca se contengono l'intimazione a pagare;

    • riconoscimento del debito (in alcuni casi le richieste di rateizzazione).


  • NON Interrompono:

    • estratto di ruolo: è un documento interno; richiederlo allo sportello non azzera nulla;

    • comunicazioni interne: lettere tra enti non notificate al contribuente;

    • notifiche nulle: atti inviati a indirizzi errati o persone estranee.


9. Devo impugnare l'intimazione o aspettare il pignoramento?

Devi impugnare subito. Aspettare il pignoramento è un suicidio legale perché l'intimazione non contestata sana la prescrizione pregressa.

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 6436 dell'11/03/2025, ha stabilito un principio ferreo: l'intimazione di pagamento è un atto autonomamente impugnabile.

Hai 60 giorni dalla notifica. Se non fai ricorso:

  1. il debito si cristallizza;

  2. la prescrizione maturata prima dell'intimazione viene sanata e non potrai più eccepirla in futuro.

Anche la Cass. 16/12/2024, n. 32671 conferma: se non impugni l'atto, i vizi precedenti non possono essere recuperati dopo.

Se quindi hai ricevuto un'intimazione di pagamento verifica subito se è maturata o meno la prescrizione e, in caso affermativo, presenta subito ricorso.


10. FAQ - Domande Frequenti

Ecco le risposte alle domande più comuni che ricevo in studio sulla prescrizione dell'intimazione di pagamento.

L'intimazione di pagamento interrompe la prescrizione?

Sì, l'intimazione di pagamento è un atto interruttivo della prescrizione ai sensi dell'art. 2943 c.c. Ogni volta che viene notificata validamente, il "cronometro" della prescrizione si azzera e riparte da capo. Tuttavia, se l'intimazione arriva quando il termine è già scaduto, non riattiva il debito, ma devi eccepirlo davanti al giudice.

Dopo quanti anni si prescrive il debito contenuto nell'intimazione?

Dipende dalla natura del tributo. I tributi statali (IRPEF, IVA) si prescrivono in 10 anni (Cass. 32308/2019). I tributi locali (IMU, TARI), i contributi INPS/INAIL e le sanzioni si prescrivono in 5 anni (Cass. 17234/2023). Il bollo auto si prescrive in 3 anni.

Posso chiedere la rateizzazione dopo aver ricevuto l'intimazione?

Sì, puoi chiedere la rateizzazione (art. 19 DPR 602/73); tuttavia, ricorda che la richiesta di rateizzazione sospende il termine di prescrizione (e in alcuni rari casi può interromperla).


11.Conclusioni

La prescrizione è un labirinto tecnico fatto di termini decennali, quinquennali e calcoli complessi dovuti al COVID. L'Agenzia conta sulla tua confusione, ma ora sai che i debiti scadono e che sanzioni e interessi "muoiono" prima del capitale. Sapere però non basta: bisogna agire con un ricorso tecnicamente perfetto, perché eccepire la prescrizione nel modo sbagliato può farti perdere la causa.

Hai ricevuto un'intimazione di pagamento e pensi che il debito sia prescritto? Non lasciare che il tuo patrimonio venga aggredito. Analizzerò la tua intimazione, calcolerò la prescrizione e ti dirò se possiamo annullare il debito. Sono un avvocato tributarista (chi sono) esperto in riscossione esattoriale ho assistito clienti alle prese con atti dell'Agenzia delle Entrate e/o dell'Agente della Riscossione - non solo a Firenze dove ho lo studio ma in tutta Italia (leggi se vuoi i casi giudiziari di cui mi sono occupato oppure segui/guarda/ascolta i ns. blog, video e podcast) - e ho maturato molta esperienza al riguardo. Contattami oggi stesso per una consulenza preliminare. Analizzerò il tuo caso e ti dirò se ci sono i presupposti per annullare il debito.  


Avv Alberto Bindi

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