In questo post ti spiego tutto quello che c'è da sapere sull' intimazione di pagamento dell'Agenzia delle Entrate Riscossione!
Aggiornato al 14/10/2024
L’Agenzia delle Entrate Riscossione ti ha notificato un’ intimazione di pagamento? E non sai bene come comportarti? In questo post ti spiego cosa è, come funziona e quello che puoi fare quando ne ricevi una. Se sei interessato all'argomento continua a leggere !
INDICE
11. Conclusioni
1. Esecuzione forzata e intimazione di pagamento
Anzitutto ti spiego a cosa serve l’ intimazione di pagamento. L’Agenzia delle Entrate Riscossione può iniziare l’ esecuzione forzata (e cioè, per esempio, il pignoramento di un tuo immobile o della tua macchina) soltanto dopo che sono trascorsi 60 giorni da quando ti è stata notificata la cartella di pagamento (o altri atti quali, per esempio, l'avviso di accertamento esecutivo). Se però l’esecuzione forzata non è iniziata nel termine di 1 anno dalla notifica della cartella (o dell'avviso di accertamento esecutivo) allora, in questo caso, l’Agenzia delle Entrate Riscossione prima di procedere con l’esecuzione forzata deve notificarti un’ intimazione di pagamento. Se, poi, l’esecuzione forzata non inizia neppure nel termine di 1 anno dalla notifica dell’ intimazione di pagamento questa perde efficacia e l’Ufficio prima di iniziare l’esecuzione deve notificartene una nuova. Nella prassi l’Agenzia delle Entrate Riscossione non ce la fa a recuperare tutti i crediti che le vengono affidati e quindi accade spesso che sia costretta a notificare due, tre, quattro e anche più intimazioni di pagamento.
2. Un esempio di intimazione di pagamento
Ecco di seguito un esempio di intimazione di pagamento:
Se vuoi puoi anche scaricare qui di seguito il modello ufficiale di intimazione di pagamento.
3. Quale effetto produce la notifica dell' intimazione di pagamento ?
L’effetto proprio dell’ intimazione di pagamento è soltanto quello di interrompere la decorrenza del termine di prescrizione. Tendenzialmente il termine di prescrizione è di dieci anni per IRPEF, IRES, IVA e IRAP e cinque anni per i tributi locali nonché in generale per le sanzioni e gli interessi. Se non sai cosa è il termine di prescrizione puoi leggere il post che ho fatto sull'argomento.
4. Cosa succede dopo un' intimazione di pagamento ?
Dopo che l'Agenzia delle Entrate Riscossione ti ha notificato un' intimazione di pagamento in realtà non succede niente di nuovo; la tua posizione non cambia rispetto a prima: già nel periodo compreso tra i 60 gg e i 365 gg dalla notifica della cartella di pagamento l’Agenzia delle Entrate Riscossione poteva iniziare azioni esecutive (pignoramenti) o cautelari (iscrizione di un’ipoteca o il fermo di un’autovettura) contro di te; dopo che hai ricevuto l'intimazione di pagamento la tua situazione resta la stessa; notificandoti l’intimazione di pagamento l’Ufficio sta ‘soltanto’ ribadendo che può iniziare l’esecuzione forzata (e, inoltre, sta interrompendo il corso del termine di prescrizione).
5. Cosa succede se non pago un' intimazione di pagamento ?
Se non paghi quanto indicato nell'intimazione di pagamento, decorsi 5 giorni da quando l'hai ricevuta, l'Agenzia delle Entrate Riscossione può attivare la procedura di esecuzione forzata nei tuoi confronti: quindi, per esempio, può pignorarti un conto corrente, lo stipendio, la pensione, un credito oppure può iscrivere un fermo amministrativo su un tuo veicolo o, ancora, può iscrivere ipoteca su un immobile o addirittura (in alcuni casi) pignorarlo; questo è quello può succedere se non paghi l' intimazione di pagamento.
6. Quanto tempo hai per pagare un' intimazione di pagamento ?
Come già detto, una volta ricevuta l'intimazione di pagamento, l'Agenzia delle Enrate non intraprederà alcuna esecuzione forzata nel termine di 5 giorni. I 5 giorni, infatti, sono il termine che ti viene assegnato per pagare le somme indicate nell' intimazione di pagamento; soltanto una volta trascorso questo breve lasso di tempo l'Agenzia delle Entrate Riscossione potrà iniziare l'esecuzione forzata nei tuoi confronti; ricordati, tra l'altro, che non si tratta di 5 giorni lavorativi ma semplicemente di 5 giorni da calenderio.
7. Intimazione di pagamento pagata in ritardo
Se, quando ti viene notificata dall'Agenzia delle Entrate Riscossione un' intimazione di pagamento non ce la fai a rispettare il termine di 5 giorni, puoi pagare anche successivamente. Pagare in ritardo le somme indicate nell'intimazione è assolutamente possibile. Il rischio, però, nel pagare in ritardo è che l'Ufficio nel frattempo abbia intrapreso delle azioni esecutive o cautelari (che comunque, a seguito del pagamento vengono meno).
8. Quanto tempo passa dall' intimazione di pagamento a pignoramento ?
Non esiste nessuna legge che stabilisca quanto tempo può passare dalla notifica dell' intimazione di pagamento alla successiva fase di pignoramento; sicuramente, se passa più di un anno dalla notifica dell' intimazione di pagamento l'Agenzia delle Entrate Riscossione non può procedere al pignoramento se prima non te ne notifica un'altra: è come se l'intimazione di pagamento avesse una data di 'scadenza' di 1 anno; accade spesso che l'Ufficio, essendo oberato di 'lavoro', lascia passare anni prima di procedere con il pignoramento e quindi nel frattempo notifica al contribuente diverse intimazioni di pagamento.
9. Intimazione di pagamento e impugnazione davanti alla competente Corte di Giustizia
Per opporti all' intimazione di pagamento devi impugnarla davanti all’Autorità giudiziaria instaurando così un contenzioso contro l’Agenzia delle Entrate Riscossione; l'opportunità o meno di impugnare l'intimazione dipende dai seguenti parametri:
il ricorso, introduttivo del giudizio, deve essere proposto entro 60 gg dalla notifica dell’intimazione (questo è il termine che si applica quando l'intimazione ha ad oggetto tributi); decorso questo termine l'intimazione non è più impugnabile;
non è assolutamente opportuno impugnare l’intimazione per far valere eventuali vizi di forma da cui è eventualmente affetta; vizi di forma, per esempio, sono la mancata sottoscrizione o la mancata indicazione del responsabile del procedimento; questo perché la giurisprudenza è consolidata nel rigettare i ricorsi fondati su vizi di forma;
è opportuno impugnare l’intimazione di pagamento qualora (tra la data di notifica della cartella esattoriale e la data di notifica dell’intimazione di pagamento) sia maturata la prescrizione perché in questo caso nel giudizio potrai ottenere l’accertamento dell’estinzione del debito; in questo caso dovrai però attentamente valutare quali sono i termini di prescrizione (vedi il post sull'argomento) che si applicano al tuo caso e sincerarti che non siano intervenuti atti interruttivi o sospensivi del termine di prescrizione;
conviene impugnare l’ intimazione anche nel caso in cui ti risultasse, dopo magari aver compiuto delle approfondite verifiche, di non aver ricevuto la notifica della cartella esattoriale; in questo caso, infatti, impugnando l’ intimazione di pagamento puoi ottenere la dichiarazione di nullità non soltanto dell’intimazione ma anche della cartella di pagamento;
ugualmente, è opportuno impugnare l'intimazione qualora risulti emessa da un ufficio dell'Agenzia delle Entrate territorialmente incompetente (e cioè diverso da quello nella cui circoscrizione si trovava il domicilio fiscale del contribuente al momento di presentazione della relativa dichiarazione dei redditi).
10. L' intimazione di pagamento e la rateizzazione
Se non hai chances di vincere il contenzioso potresti valutare in alternativa di bloccare l' intimazione di pagamento chiedendo la rateizzazione del debito. Diciamo che tanto più sei incerto circa la convenienza di fare il contenzioso tanto più ti conviene avvalerti della rateizzazione del debito; la rateizzazione, infatti, è un modo per bloccare l' intimazione di pagamento. Per esempio, se nel tuo caso non è maturata la prescrizione e la cartella esattoriale ti è stata regolarmente notificata, puoi tranquillamente escludere la possibilità di impugnare l’intimazione davanti al giudice: spenderesti soltanto soldi per i compensi professionali senza alcuna ragionevole possibilità di vincere il contenzioso; conseguentemente, in questa ipotesi per te l’opzione preferibile sarebbe sicuramente quella di chiedere all'Agenzia delle Entrate Riscossione la rateizzazione del debito.
In merito alla rateizzazione mi limito qui mi limito a fornirti qualche flash (peraltro la normativa è in corso di modifica):
normalmente puoi rateizzare in massimo 72 rate mensili cioè in 6 anni (in casi particolari si arriva fino a 120 rate mensili);
la richiesta di rateazione è accolta automaticamente per importi inferiori ad € 120.000;
dalla data della richiesta non possono essere avviate procedure esecutive nei tuoi confronti;
il pagamento della prima rata comporta l’estinzione delle procedure esecutive già iniziate.
Nella sostanza, avvalendoti della rateizzazione regolarizzi a tutti gli effetti la tua posizione e ti predisponi per un lento ma progressivo pagamento integrale del debito.
Da ultimo ricordati che la rateizzazione e l'impugnazione dell'intimazione di pagamento davanti al giudice solo due soluzioni che possono anche coesistere: è infatti possibile rateizzare l'intimazione ed al contempo impugnarla; questa soluzione, in particolare, consente di contestare l'intimazione (se si ritiene che essa sia viziata) ed evitare di essere assoggettati al pignoramento.
11. Cosa rischi dopo aver ricevuto l' intimazione di pagamento se non fai niente?
Una volta che hai ricevuto dall'Agenzia delle Entrate Riscossione un' intimazione di pagamento verrebbe da dire che devi semplicemente scegliere se impugnare l’ intimazione oppure rateizzare il debito (o entrambe). In realtà non è così perché hai un’ulteriore opzione da valutare. Nel tuo caso specifico, infatti, potrebbero non ricorrere i presupposti per impugnare l’intimazione e magari potresti trovarti nell’impossibilità di chiedere la rateizzazione o comunque di rispettarla. Anche in questa eventualità devi essere in grado di valutare i rischi che stai correndo; ecco allora alcuni parametri che devi attentamente ponderare.
Tieni anzitutto a mente che il tuo debito continuerà ad incrementare di anno in anno del 2,68% pari al tasso degli interessi di mora.
Devi poi tener conto anche di quelle che sono le possibili azioni cautelari ed esecutive che l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrebbe intraprendere nei tuoi confronti, di modo da essere consapevole di cosa rischi e di cosa non rischi; ecco allora i 6 parametri da non dimenticare:
l’iscrizione di ipoteca sulla tua casa o comunque su tuoi immobili (che potrebbe impedirti di venderla senza la previa estinzione del debito indicato nell'intimazione) è possibile solo quando il debito è pari ad almeno € 20.000; quindi se il tuo debito è inferiore non ti devi preoccupare di questa misura cautelare (occhio però agli interessi che incrementano il debito di anno in anno);
il preavviso di fermo dei tuoi beni mobili registrati (autovetture, furgoni, motocicli, ecc..), è sempre possibile tranne nel caso in cui il veicolo sia strumentale alla tua attività di impresa o professionale; quindi, non ti devi preoccupare di questa misura cautelare se, per esempio, sei un piccolo imprenditore individuale e l’unico mezzo che hai è l’autovettura intestata alla ditta;
il pignoramento presso terzi invece è sempre possibile; normalmente questo tipo di pignoramento riguarda i soldi che hai sul tuo conto corrente; l’Agenzia delle Entrate Riscossione, infatti, utilizzando le banche dati che ha a disposizione riesce a vedere se hai soldi depositati su conti correnti e quindi può aggredirli;
anche il pignoramento di salari e stipendi è sempre possibile seppur entro determinati limiti;
pure il pignoramento mobiliare è sempre possibile ma nella pratica non è mai utilizzato; solo teoricamente, quindi, è possibile che vengano a pignorati gli arredi della casa;
infine il pignoramento immobiliare, e cioè il pignoramento della tua casa e dei tuoi immobili, è possibile solo per debiti maggiori di € 120.000; e comunque, a prescindere dall’ammontare del debito, non può esserti pignorata la casa in cui hai la residenza se si tratta dell’unico immobile di cui sei proprietario (chiaramente non si deve trattare di un immobile di lusso).
Con questi parametri sei in grado di renderti conto di cosa rischi se dopo la notifica da parte dell'Agenzia delle Entrate Riscossione dell' intimazione di pagamento decidi di non impugnarla e non puoi chiedere o comunque rispettare la rateazione.
12. Conclusioni
In conclusione, se hai ricevuto un' intimazione di pagamento dall'Agenzia delle Entrate Riscossione valutata attentamente se nel tuo caso specifico ti conviene fare il contenzioso oppure rateizzare il debito (od entrambe le cose insieme); se poi, per un motivo o per l'altro, non può intraprendere nessuna delle due strade pondera attentamente i rischi che corri.
Come sempre spero che questo post ti sia stato d’aiuto e di averti fornito qualche parametro concreto che possa aiutarti nel compiere le tue valutazioni.
Ti ricordo anche che se hai ricevuto un'intimazione di pagamento e hai bisogno di assistenza per decidere quale è la migliore opzione nel tuo caso specifico puoi richiederci una pre-analisi gratuita cliccando su questo link.
Avv. Alberto Bindi
Puoi scaricare il testo in .pdf di questo post.
Pregevole e chiara, complimenti.
Chiarissima e molto specifica chiedevo inoltre se per alcune cartelle esattoriali vi è la prescrizione per le stesse non inserite nella rateizzazione bisogna ovviamente opporsi al giudice tributario notificando ciò sia alla agenzia delle entrate sia alla agenzia entrate riscossione grazie
Complimenti per la disamina.
L'ho trovata molto chiara e utile.
buongiorno, in caso invece di ricezione di intimidazione di pagamento su una cartella per cui non e' piu' possibile richiedere la rateizzazione ( perche' sospesa per inadempienza) esiste il modo per trovare un ulteriore accordo per poter saldare non in un unica soluzione? ma in piu' rate? ( si tratta di una cartella sotto i 16,000€) grazie